I dispositivi cardiaci impiantabili hanno oggi delle possibilità diagnostiche un tempo inimmaginabili e specifici algoritmi sono in grado di monitorare la condizione di compenso tramite rilievo di vari segnali che vengono integrati in algoritmi dedicati in grado di confermare la persistenza dello stato di compenso o di inviare allarmi ai medici e agli operatori sanitari per opportuna valutazione clinica ed eventuali decisioni terapeutiche.
Da questo complesso scenario emerge la necessità di puntualizzare quale sia la miglior gestione farmacologica dei pazienti con scompenso cardiaco e nel contempo come ottimizzare la gestione del paziente tenendo in debita considerazione le informazioni diagnostiche che i dispositivi ci trasmettono grazie al monitoraggio remoto.